con MAURIZIO CASALI e MARIOLINA COPPOLA musiche originali di Carlo Cialdo Capelli scene di Maurizio Casali, Mariolina Coppola regia di CLAUDIO CASADIO
Com’è il profumo del pane appena sfornato? Buono! Il profumo e anche il pane! Come si fa il pane ce lo spiega un mugnaio, perché è nel suo mulino che si produce la farina per fare il pane ed è in un mulino che prende il via la fiaba del Gatto con gli stivali. La storia è nota: un mugnaio, ormai vecchio, decide di lasciare mulino e asino ai due figli maggiori, e al più piccolo, non avendo altro, lascia il gatto che si rivelerà subito un gatto molto speciale perché capisce, parla e ragiona. Eccome se ragiona! Chiede subito al suo padroncino un sacco di farina vuoto - beh, al mulino ce ne sono tanti! - e un paio di stivali. Per farne cosa? Il giovane mugnaio decide di fidarsi del gatto e si ritroverà proprietario di un castello e sposo di una principessa! Su una pedana inclinata che all’inizio è un mulino con pale a vento, e successivamente castello, campi coltivati, giardini fioriti, si aprono piccole botole che svelano paesaggi inattesi: tane e altre trappole per la cattura di conigli e fagiani, specchi d’acqua in cui si getta una lenza per la pesca di carpe giganti, succulenta cacciagione che sarà dono per il Re da parte del Gatto con gli Stivali e del suo ignaro padroncino. I due artisti in scena, alternando i ruoli di attori, narratori e animatori, rappresentano la storia in modo dolce e delicato, con semplicità, efficacia e situazioni comiche, punteggiate di piccole gag e momenti di stupore. Sono, infatti, moltissime le piccole e grandi magie che si alternano sulla scena: il gatto, la colomba bianca, la carpa e il delicato fenicottero rosa sembrano vivere di vita propria grazie alla particolare tecnica di realizzazione e animazione; la scena si trasforma continuamente rivelando il forno acceso in cui il pane cuoce lentamente, il fiume in cui il protagonista cade e fa il bagno, lo stagno nel giardino delle principessa che si fa specchio per gli sguardi dei due innamorati, delicate piogge di petali di fiore e, naturalmente, il terribile orco signore del castello, che si rivela in modo sorprendente ed emozionante. Questa fiaba classica, nata nel 1500 napoletano del Basile e riproposta in diverse versioni anche di Perrault e dei Fratelli Grimm, è giunta fino a noi senza mai sbiadire il proprio forte ascendente sull’immaginario dei bambini di tutto il mondo. Si tratta infatti non solamente di un racconto picaresco in cui un giovane sfortunato la spunta sui ricchi e i potenti, ma di una vicenda che suggerisce come la parte animale e istintiva che alberga in ognuno di noi abbia il potere di stupire, di emergere nei momenti di difficoltà e infine di cambiare il corso della vita. Nello spettacolo, particolarmente indovinato è, inoltre, il rapporto di amicizia fra il protagonista e il suo fidato amico animale: tale relazione di intimità e fiducia profonda è rappresentata in modo vivido, tenero e gentile, perché davvero chi abbia la fortuna di entrare in confidenza con un animale vive una condizione privilegiata che dona maggior sicurezza verso se stessi e un atteggiamento più positivo verso il mondo circostante. In questo spettacolo pensato per tutti i bambini, anche per i più piccoli, i magnifici oggetti di scena di Marcello Chiarenza sono co-protagonisti di un lavoro in cui gli artisti - accompagnati da musiche completamente originali – narrano una storia e interpretano un testo in cui si rincorrono poesia e stupore.
ingresso intero € 7 – ridotto fino a 14 anni € 5
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